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LONDRA - BRITISH MUSEUM: LA SEZIONE EGIZIA

L'Egitto, innegabilmente, esercita un notevole fascino: l'architettura imponente, il gusto artistico, la volontà di vincere la morte, i molteplici misteri che circondano il suo passato ed alcune delle opere monumentali che maggiormente la caratterizzano fanno sì che l'interesse verso quella terra ed il suo popolo sia sempre acceso.
    Le sale custodiscono statue, iscrizioni, gioielli, mummie e sarcofagi. Ma non sono solo le persone ad essere imbalsamate, nelle teche del British Museum: gatti, falchi, pesci, coccodrilli giacciono nei loro scrigni di legno, avvolti dalle bende che ormai da secoli fasciano i loro resti.

Sarcofago e mummia di falco
Sarcofago e mummia di falco
Sezione Egizia

I vasi canopi, cioé i vasi funebri che contenevano gli organi estratti durante il processo di imbalsamazione, facevano parte del corredo funebre. Il loro nome venne coniato dai primi egittologi, traendo spunto da Canopo, l'eroe greco venerato sotto forma di vaso con testa umana. L'origine di tali recipienti risale alla fine dell'Antico Regno. Sempre in numero di quattro, ognuno conteneva un solo organo. Prodotti fino in epoca Romana, in seguito il loro uso cessò.
    Le divinità che avevano il compito di proteggere il contenuto dei canopi erano quattro figli di Horo, identificati anche con i punti cardinali: Imseti (testa umana, sud, proteggeva il fegato), Hapi (testa di scimmia, nord, proteggeva i polmoni), Duamutef (testa di sciacallo, est, proteggeva lo stomaco), Kebehsenuf (testa di falco, ovest, proteggeva gli intestini).

Vasi canopi
Vasi canopi
Sezione Egizia

Nel corso del 1801 i francesi al seguito delle truppe napoleoniche fecero una serie di importanti ritrovamenti, tra cui la Stele di Rosetta: tale lastra di basalto nero deve il suo nome a Fort Radish (Fortezza di Rosetta), una località posta vicino ad Alessandria. Inizialmente non suscitò interesse, in quanto gli studiosi giudicavano il testo che riportava indecifrabile e privo di significato.
    Il generale Menou, incuriosito dalla Stele, dopo averla inviata all'Istituto francese presente al Cairo per farne dei calchi, la fece recapitare presso la sua residenza privata della stessa città. Nel 1802 gli Inglesi pretesero il reperto come bottino di guerra e, una volta ottenuta, Re Giorgio III la fece collocare all'interno del British Museum.
   Decifrata nel 1822 da Jean-François Champollion, la Stele di Rosetta risulta essere un decreto scolpito dai sacerdoti riuniti a Menfi nel 196 a.C. e annuncia l'incoronazione di Tolomeo V Epifane, istituendone il culto presso tutti i templi.
    L'importanza del reperto non risiede nel decreto riportato, ma nel fatto che il testo è stato inciso in tre lingue, partendo dall'alto: geroglifico (14 righe con 1419 simboli), demotico (32 righe), greco (34 righe).

La Stele di Rosetta
La Stele di Rosetta
Sezione Egizia

Nella sala dedicata alle mummie in una delle teche è riposto il sarcofago catalogato con il numero EA22542. Ho letto per la prima volta di questo reperto nel libro "The Good Ghost Guide", di John Brooks. Ecco il brano...

Exhibit 22542 is an Egyptian mummy-case of a singer to the priesthood of Amon-Ra and from the time of its discovery in the 1880s it steadily built up an horrendous reputation. By the time it reached its evil influence was reckoned to haved caused thirteen deaths, one of them a photographer. Once on display here its malevolence continued - another photographer died on seeing his photograps of the case, and attendants were reluctant to stay in the gallery with it. It was said that the body inside the case had been shipped to America and caused the sinking of the "Empress of Ireland" in the St Lawrence. Sir Ernest Budge, Keeper of Egyptian Antiquities, was on record as saying that the mummy case had an influence on the outbreak of war in 1914. In 1921 the exhibit was exorcised by two young men famous for their psychic power and they persuaded the familiar spirit, which had been attached to the case as a protection, to leave. This entity was like a jellyfish with a flate face, and the story might well have inspired "Ghostbusters".


Sarcofago dipinto
Tebe, 950-900 A.C. Sezione Egizia

Ora sembra davvero tutto a posto...

Per la barba della Sfinge! Hem... cioé... quella qui a destra è davvero la barba della Sfinge che fa bella mostra di sé nella piana di Giza. Non fa parte del monumento originario, ma è stata aggiunta (quindi si tratta di una barba posticcia) durante i lavori di restauro del 1420 a.C.
Lunga 73,3 m ed alta oltre 20 m, la Sfinge è la scultura più grande realizzata fino ad ora. La creatura che rappresenta è un corpo di leone con testa umana.

Sfinge
La Sfinge
Necropoli di Giza, Egitto

Frammento della barba della Sfinge
Frammento della barba della Sfinge
Giza, 1420 a.C.
Sezione Egizia

Ramesse II, granito, 1270 a.C.
Ramesse II, granito, 1270 a.C.
Sezione Egizia

Dea Bastet, bronzo, 600 a.C.
Dea Bastet, bronzo, 600 a.C.
Sezione Egizia

Dio Toth sotto forma di babbuino, quarzite, 1400 a.C.
Dio Toth sotto forma di babbuino, quarzite, 1400 a.C.
Sezione Egizia

Hnutmehyt, sacerdotessa del dio Ammone, 1290 a.C.
Hnutmehyt, 1290 a.C.
Sezione Egizia

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