MICHAELA... pensieri nel blu

Nuova Vita - Trombosi Venosa Profonda

La mia personale esperienza con la trombosi venosa profonda è cominciata pochi giorni dopo il parto.
Alessandro è nato mercoledì 7 febbraio 2007. Domenica 11 febbraio è avvenuta la trombosi, scambiata inizialmente per le conseguenze di un crampo al polpaccio della gamba destra: duro e dolorante, non riuscivo a camminare bene. Ho cercato di rimediare con del ghiaccio, poi con della pomata, ma senza risultato. Il mattino dopo, approfittando del fatto che dovevo riportare il pupo in ospedale per una visita di controllo, sono andata al pronto soccorso. Classificata come Codice Bianco, dopo quattro ore di inutile e dolorosa attesa seduta su di una sedie a rotelle con il mio neonato in braccio, sono tornata a casa.
La notte il dolore alla gamba è aumentato ad una intensità tale che alle 04:00 del mattino ho chiesto al neo papà di portarmi presso un pronto soccorso diverso dal precedente. Là sono stata visitata da uno scocciato assistente medico che mi ha diagnosticato una infiammazione. Rifare i tre piani di scale per rientrare in casa è stata una delle esperienze più dolorose, dopo il parto stesso.
A giorno fatto finalmente ho ricevuto il primo consiglio realmente valido: il mio medico curante ha avuto il sospetto di quanto stava avvenendo e mi ha consigliato di recarmi subito presso un ambulatorio privato per effettuare una ecografia alla gamba. Di nuovo ho dovuto scendere le scale piangendo per il dolore. In ambulatorio mi è stata diagnosticata una flebite con trombosi venosa profonda, dovuta ad un coagulo di sangue formatosi durante il parto. In tutti quei giorni di inutili attese ed assurde diagnosi ho corso il rischio di morire per embolia. Ne è conseguito un mese di iniezioni di eparina sotto la cute della pancia allo scopo di rendere più fluido il sangue e sciogliere il coagulo. Coadiuvate da una speciale calza elastica indossata giorno e notte.
L'ecocolor doppler eseguito per verificare la risoluzione del problema non ha però dato i risultati sperati: il coagulo non si era sciolto, anzi era risalito lungo la gamba e si trovava nella coscia. Sono così stata mandata immediatamente presso il pronto soccorso di Bentivoglio e lì ricoverata, senza attendere nuovamente quattro ore...
Ammetto che ero molto spaventata. La dottoressa che si è occupata di me mi ha spiegato che avrei cominciato in giornata una terapia a base di iniezioni di eparina e di pastiglie di Coumadin, entrambi fluidificanti del sangue. Oltre alla calza elastica. I giorni di ricovero sono stati resi più semplici da trascorrere grazie al personale che mi ha permesso di spostarmi in pediatria e trascorrere lì la degenza con il mio bambino in una stanza le cui pareti erano decorate con le immagini di Paperon De Paperoni, Paperino, Paperina, Nonna Papera, Qui Quo e Qua.


I miei due ragazzi in pediatria a tenermi compagnia.

Venerdì 23 marzo sono finalmente tornata a casa. Il martedì successivo l'equipe medica di cardiologia che segue i pazienti in terapia anticoagulante mi ha spiegato come avrei dovuto comportarmi nei mesi a venire: le dosi di Coumadin da assumere, le ecografie e gli esami del sangue periodici, i cibi da evitare. E, una volta terminata la terapia, a Bologna dovrò eseguire una serie di esami specifici per scoprire se esistono anomalie nel livello di coagulazione del mio sangue. Questo perché dalla gravidanza avrei dovuto aspettarmi solo delle vene varicose, non una trombosi.
Nel momento in cui sto scrivendo sono i primi giorni del 2008. Gli scorsi mesi sono trascorsi in questo modo:
- assunzione giornaliera della quantità di Coumadin stabilita dall'equipe medica che si occupa del mio caso: ciò avviene sempre alle 16:00, in quanto l'assunzione lontano dai pasti favorisce l'azione del farmaco ed un'ora fissa fa sì che la copertura sia efficace per tutta la durata delle 24 ore;
- utilizzo di una calza elastica con specifica compressione per evitare che la gamba si gonfi;
- esami del sangue a cadenza quasi settimanale volti a controllare il tempo di protrombina ed a stabilire l'intervallo di INR (International Normalized Ratio, cioé il livello di anticoagulante);
- ecocolor doppler a cadenza trimestrale per valutare le dimensioni e la posizione del coagulo;
- precauzioni riguardanti la dieta al fine di evitare l'introduzione di alimenti in possesso di elevate quantità di vitamina K (un coagulante, quindi in grado di contrastare l'azione del Coumadin): i vegetali a foglia verde ed il te;
- quando esco tengo sempre in borsa un piccolo kit per l'automedicazione: in caso di ferite come tagli o abrasioni, il sangue esce più copioso e necessita di maggiore tempo per coagularsi.

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