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Leonidi

Radiante dello sciame delle Leonidi

Si definisce meteora un detrito di roccia, ghiaccio o polvere attratto dalla gravità terrestre; tale oggetto solitamente è molto piccolo, del peso di alcuni decimi di grammo. Denominato meteoroide quando ancora si trova nello Spazio, viene classificato meteorite una volta raggiunto il suolo.
Il fenomeno che siamo abituati a chiamare stella cadente è provocato dall'entrata del detrito nell'atmosfera terrestre che, per effetto della velocità di caduta di circa 70 km/s e dell'attrito, si riscalda e si trasforma in plasma, generando ad alcune decine di chilometri di altezza la scia luminosa che le caratterizza e che si estende per 5 / 20 km. La durata della visibilità di una meteora è assai breve, da meno di un secondo ad alcuni secondi, dipendente dalle dimensioni e composizione del detrito.
Se assistere al passaggio di una meteora può essere un evento fortuito e casuale, esistono anche "appuntamenti" periodici consistenti in vere e proprie "piogge" di tali oggetti, denominate sciami meteorici. Generati dalle polveri rilasciate dalle comete durante il passaggio lungo l'orbita che le conduce ciclicamente in prossimità del Sole, devono la loro cadenza fissa, determinabile in precisi giorni dell'anno, al passaggio della Terra nei punti dello Spazio occupati da tali residui. Per un effetto prospettico le meteore sembrano provenire da un unico punto della volta celeste, detto radiante: ne consegue che il nome dello sciame prende origine dalla costellazione in cui esso si trova.

Storia

Lo sciame meteorico delle Leonidi, osservabile verso le prime ore del mattino del 17 novembre, ha il suo radiante (A.R. 12h 12m e Dec. +21°.9) nella costellazione del Leone: esso sorge verso le 00:30 e raggiunge alle 03:00 un'altezza di circa 30° rispetto all'orizzonte. Le Leonidi sono caratterizzate da un picco di massima ogni 33 anni, derivante dal periodo orbitale della cometa 55P/Tempel-Tuttle, responsabile della sua origine. Sono state registrate 25 copiose piogge meteoriche ed il mutare della traiettoria di tale cometa, dovuto alle perturbazioni gravitazionali prodotte dal pianeta Giove, fa sì che ad ogni passaggio il materiale perso vada ad occupare una zona di Spazio diversa rispetto alla volta precedente.
Caratterizzate da una velocità elevata, ciò è dovuto al moto retrogrado (cioé orario, con una velocità di 42 km/s) della cometa, mentre quello della Terra è diretto (cioé antiorario, con una velocità di 32 km/s). Tali fattori fanno sì che i detriti penetrino l'atmosfera alla velocità di 72 km/s, generando così scie luminose a quote elevate e quindi ben visibili. I meteoroidi hanno un diametro inferiore ad 1 cm ed una volta entrati a contatto con l'atmosfera terrestre generano scie persistenti, rilasciando atomi di sodio, ferro e magnesio. Il colore solitamente è bianco, ma può virare al giallo-arancio (dovuto al sodio), giallo (ferro), blu-verde (magnesio).
Lo studio delle Leonidi ha contribuito alla comprensione della natura e del comportamento degli sciami meteorici. Si è arrivato a stabilire che:
• sono costituiti da materiale rilasciato dalle comete lungo l'orbita che le conduce verso il Sole;
• le perturbazioni planetarie fanno sì che le comete ad ogni passaggio mutino un poco la loro traiettoria e ne consegue che i detriti persi si sovrappongono a quello più vecchio ma con un certo sfasamento;
• lo sfasamento porta alla formazione di varie scie di materiale, in cui mutano la densità e la posizione rispetto all'orbita della Terra;
• la ricchezza della pioggia di meteore è direttamente correlata alla densità della scia incrociata dal nostro Pianeta.
Una vera e propria "tempesta" di meteore si ha, come già indicato, ogni 33 anni: questo perché tale data corrisponde al periodo immediatamente successivo al passaggio al perielio (cioé il punto della sua orbita più vicino al Sole) della 55P/Tempel-Tuttle. Nel 1833 si ebbe una media di 100.000 meteore all'ora, nel 1866 di 17.000 meteore all'ora, nel 1899 e nel 1932 di 7.000 meteore all'ora, nel 1966 di 150.000 meteore all'ora.
Solitamente il periodo di osservabilità si concentra nelle nottate del 17 e del 18 novembre, in quanto i detriti si trovano concentrati in varie "nubi" e non dispersi come nel caso dello sciame delle Perseidi.

Osservazione

L'ultimo passaggio della cometa 55P/Tempel-Tuttle risale al 28 febbraio 1998 e, benché parte dei detriti lasciati siano stati attratti dal pianeta negli anni passati, dovrebbe esserci ancora sufficiente materiale per generare una pioggia di tutto rispetto. In particolare, si tratterà di materiale scaturito dai transiti del 1767 e del 1866. Trascorse le notti che vanno dal 17 al 19 novembre 2002, dovremo attendere il 2029 per avere nuovamente la possibilità di effettuare osservazioni spettacolari.
Secondo le stime degli astronomi, nella notte tra il 17 ed il 18 novembre la Terra si trova in prossimità del nodo d'incontro tra la sua orbita e quella della cometa: ciò comporta un'attività di 80 / 100 meteore l'ora.
Occorre attendere la notte tra il 18 ed il 19 novembre perché la nostra atmosfera entri in contatto con due scie ricche di detriti. Verso le ore 04:48 si dovrebbe assistere ad un massimo di 5.900 meteore l'ora.
Ecco alcuni consigli per l'osservazione:
• scegliete un luogo privo di illuminazione cittadina;
• l'orizzonte deve essere libero da edifici e vegetazione;
• copritevi bene, in modo da contrastare in modo efficace il freddo e l'umidità;
• accomodatevi su di uno sdraio od una brandina, in modo da assumere una posizione semi-distesa.

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